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Dalle foto aeree si vedono avanzare i nuovi quartieri, la città dentro le mura “assediata” ormai da ogni lato. Il primo piano regolatore segue una linea nord-sud. Poi Barbanella, dopo poco Gorarella e in seguito la cosiddetta 167 nord progressivamente vanno secondo diverse direttrici. La ferrovia, limite valicato, divide la città. Nel corso dei decenni sarà violata anche la barriera della direzione Ombrone, proibita dalla paura delle devastanti alluvioni.

  • Grosseto, fine anni quaranta (©AfG)

Hanno caratteri diversi i nuovi quartieri, nella fase dell’espansione più veloce.

Barbanella cresce di là dalla ferrovia, oltre la chiesa di San Giuseppe. Palazzi progressivamente più alti, ambiziosamente “grattacieli”, per condomìni numerosi. Sovrappone e oppone uno sviluppo verticale al paesaggio urbano delle casette – per i grossetani “le case del duce”, sorte in epoca fascista, in fila lungo la strada verso il mare. I palazzi circondano l’antica fattoria Ricasoli, memoria della città-borgo rurale e delle prime macchine per l’esperimento ottocentesco di agricoltura moderna tentato da un agrario eccellente, Bettino Ricasoli, nella fattoria di Barbanella. La nuova chiesa, la scuola elementare, il centro commerciale, un vero sistema di vita sociale. Identità chiara: quartiere popolare.

  • Le campagne al di là della ferrovia, dove sorgerà il quartiere di Barbanella, fine anni quaranta/inizio anni cinquanta (AIsgrec, fondo Barbanula)

Gorarella (167 Sud) è un quartiere pensato per una società coesa nell’abitare, edilizia popolare accanto a residenze di livello medio-alto. È analoga l’edilizia pubblica di carattere sociale – chiesa, scuole, centro commerciale, un Centro anziani, spazi verdi in armonia. Il verde è la cifra che distingue Gorarella da altre zone. Qui l’espansione segue un’idea, che si rispecchia realmente nell’organizzazione degli spazi. È stato un modello, un’esperienza nota e apprezzata non solo a Grosseto. Oggi molto è cambiato. Diverse la fasce di età, mentre il Centro Commerciale ha perduto le sue funzioni.

  • Planimetria del Centro commerciale di Gorarella (AIsgrec, fondo Egisti)

È  sempre Luciano Bianciardi nel suo romanzo L’integrazione (1960) a descrivere l’espansione della zona di via Pace/via Emilia:

…quando capitava una giornata libera noialtri amici si andava tutti insieme a vedere i lavori per le strade nuove, come la via della Pace per esempio, che fu terminata in sei mesi […] Ci pareva che questo espandersi di case e di strade corrispondesse giorno per giorno ad un ampliamento di visuali, di concezioni e di metodi. In una parola, che corrispondesse al progresso, e ne fosse un esempio: su scala ridotta, certo, ma preciso e palpabile.

Dagli anni cinquanta all’espansione della zona di via della Pace/via Emilia si accompagna la costruzione della Basilica del Sacro Cuore, imponente chiesa fortemente voluta dal Vescovo Galeazzi e costruita tra il 1954 e il 1958 dalla ditta Egisti, su progetto dell’ingegner Ernesto Ganelli.

  • Cantiere del Sacro Cuore, 1954 (AIsgrec, fondo Egisti)

La 167 Nord è una zona di edilizia popolare, costruita tra il 1979 e il 1985, prima opera di urbanizzazione a nord del canale diversivo. Segue cronologicamente alla costruzione del nuovo ospedale, inaugurato nel 1974, dopo dieci anni dall’avvio dei lavori. Il progetto della 167 Nord aveva i caratteri di una modernità spinta e appartiene alla tipologia dei nuovi quartieri che nella stessa epoca sono stati costruiti in molte altre città. La realizzazione, soprattutto per quanto riguarda il centro sociale-commerciale è in effetti molto diversa da quella che era stata la progettazione. Avrebbe dovuto assolvere a una funzione di centro di aggregazione con servizi pubblici e spazi per il commercio; prevedeva forme architettoniche avanzate. In realtà il quartiere non corrispose alle aspettative di chi l’aveva pensato.

La sequenza dei piani regolatori e delle varianti rende evidente, al di là dell’eccezionalità della crescita, una trasformazione dell’idea di città.

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